Il *rumore del mondo : romanzo / Benedetta Cibrario
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pubblicazione | Milano : Mondadori, 2018 |
descrizione | 751 p. ; 23 cm. |
serie | Scrittori italiani e stranieri |
Prospero Vignon ed Anne Bacon si sposano a Londra dopo un colpo di fulmine all’arena di Vauxhall. Lei è figlia di un ricco mercante di seta, con idee moderne e un’educazione eclettica e singolare per l’epoca (siamo nella prima metà dell’ottocento, la regina Vittoria è ancora giovanissima), lui un rampollo della nobiltà piemontese che sta facendo carriera nell’esercito con la speranza di un futuro da diplomatico.
I due si separano poco dopo il matrimonio: Prospero viene richiamato in patria con urgenza, Anne vuole lasciare Londra con calma prima di affacciarsi alla sua nuova vita torinese, lontana dalla sua Londra e dagli affetti più cari.
Durante il faticoso viaggio verso la rosea vita coniugale dei suoi desideri Anne si imbatte però nel vaiolo, che le lascia profonde cicatrici sul volto e nell’anima, deturpando per sempre il suo incarnato perfetto e intaccandone così la bellezza. Anne sa bene che il suo matrimonio non si basa tanto su un amore solido quanto su una forte attrazione mista a curiosità verso l’altro e si decide a ripartire per Torino solo dopo un lungo periodo di timori e riflessioni, durante il quale stringe una preziosa amicizia con Theresa Manners, vedova inglese con la passione per i viaggi che Huntley Bacon, padre premuroso e moderno, ha scelto come chaperon per la figlia.
Arrivata finalmente a Torino, ad Anne e a tutti i presenti al suo ricongiungimento con Prospero è chiaro fin da subito che il matrimonio è finito ancor prima di cominciare: il marito fa di tutto per non starle vicino, ma Anne non dispera e stringe un inaspettato sodalizio con il suocero Casimiro Vignon, conservatore affezionato alla politica dell’ancien regime ma pronto a lasciarsi coinvolgere dalle novità botaniche, economiche e – perché no? – sociali del giovane e rumoroso secolo che sta vivendo.
Casimiro è un uomo duro, forgiato dal fuoco delle guerre napoleoniche – di cui porta sempre con sé un souvenir – e poco incline alle moine, ma si affeziona presto a quella nuora così diversa dalle dame torinesi. Con lei riesce a condividere la passione per la campagna del Mandrone, un vero e proprio rifugio dalle malelingue della società, dall’infedeltà di un marito tragicamente innamorato di un’altra donna e dal rumore del mondo, sempre più in fermento e pronto a esplodere nei moti del ‘48.