Quando dalla sua città Valerio si trasferisce con la madre in un minuscolo centro delle Alpi piemontesi ha alle spalle la morte recente del padre, una malattia che minaccia di cronicizzarsi e gli impedisce di frequentare la scuola locale, l'annullamento di tutti i suoi abituali punti di riferimento. Nell'incapacità di trovare in sé interessi e risorse per inserirsi nel nuovo ambiente, nella sua condizione di confinato in casa, si aggrappa ai suoi lontani amici di città, con i quali mantiene i contatti attraverso internet, nel disperato tentativo di conservare qualcosa della propria identità passata e della fiducia in se stesso. Rapidamente Valerio precipita nel vortice della dipendenza dai suoi strumenti elettronici, che, se sono per lui un rifugio, lo isolano però ancora di più da quanti vorrebbero aiutarlo e anche dalla madre, con la quale giunge ad avere un rapporto conflittuale. I disturbi del comportamento si aggravano progressivamente e trascinano il ragazzo a gesti estremi, fino a un passo dal disastro definitivo. E tuttavia la sua non sarà la storia di una resa e di una sconfitta. A porgergli la stampella, che lo aiuterà a uscire dal chiuso del suo mondo virtuale senza futuro, saranno le figure di alcuni adulti illuminati e sopratutto il coetaneo Ettore, che con la sua tranquilla gioia di vivere riuscirà a far breccia nel muro della solitudine di Valerio