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| I *piccoli borghesi / Honoré de Balzac ; nota introduttiva di Italo Calvino ; traduzione di Luciano Tamburini
| pubblicazione | Roma : L'Unità ; Torino : Einaudi, 1992 | descrizione | XII, 199 p. ; 19 cm. | serie | Centopagine ; 11 | note | Supplemento al quotidiano L'Unità |
Un libro su una piccola comunità di borghesi, dominata da un avvocato che viene dalla Francia mediterranea, Théodose de La Peyrade, il solito furbone meridionale. L'avvocato costruisce carriere politiche ottenendo, in cambio, una bella ragazza ingenua e sprovveduta ma ricca di dote. Sullo sfondo c'è il marito Thuillier che domina una povera moglie che gli ha dato eredi, mentre la ragazza è nata da una relazione con la bella Flavie, mentre la regista di tutto è la sorella del marito, Brigitte.
Tutto sembra andare per il verso giusto - Thuillier si sta avviando alla brillante carriera politica creata da Théodose - quando entrano in gioco un orrendo usuraio - definito il banchiere dei poveri - e un ambiguo cancelliere che tengono in mano l'avvocato pieno di debiti. Qui la trama si ingarbuglia, con Théodose che reagisce colpo su colpo, cercando di portare i suoi nemici alla rovina.
C'è anche una scatola piena di monete d'oro ritrovata dall'usuraio sotto il letto di un vecchio morente e poi il romanzo resta incompiuto. Oggi il libro rimane interessante non per la denuncia dell'ambiente dei piccoli borghesi che hanno soppiantato la vecchia borghesia, né per la tipizzazione, comunque riuscita, dei vari personaggi: il brillante avvocato imbroglione, il pensionato statale che tenta l'avventura politica, la sorella di lui grande organizzatrice di tutto, la ragazza ignara, l'usuraio, più una pletora di personaggi di contorno, compresa la famiglia Phellion, unica macchia di ideali sinceri e onesti. |
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