All'inizio della Valle d'Aosta, in mezzo a una stretta rupestre s'alza un monte sulla cui cima per secoli dominò un castello che prendeva il nome dei signori che l'abitavano: i conti di Bard. La Damigella di Bard, protagonista di questo libro, è creatura di pura immaginazione, le cui vicende si svolgono, però, su uno sfondo storico realistico: gli anni del Risorgimento italiano. La vecchina ottantenne, discendente d'una nobile famiglia piemontese decaduta, una zitella decrepita ma pur tuttavia arzilla, rassegnata alla miseria, di spirito vivace, di memoria feracissima, fiera e cosciente della propria signorilità, racconta tutta la sua storia e soprattutto quella degli anni giovanili, quando la fortuna arrideva alla diciassettenne signorina fervida di speranze, vibrante d'amore, testimone degli avvenimenti più importanti che caratterizzano la lotta degli Italiani per l'unificazione della Patria e la sua liberazione dallo straniero. E i sentimenti che la animarono e ai quali rimase serenamente fedele tutta la vita, la faranno apparire quasi un simbolo della purezza e del perseverante culto delle buone tradizioni, della squisita grazia, dell'incrollabile credenza in Dio e in tutte le virtù religiose e civili.