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*Senza famiglia / Hector Malot ; presentazione e commento a cura di Gino Celichini

pubblicazione   Milano: Mursia, 1980
descrizione   287 p. ; 21 cm.
serie   La Biblioteca ; 47
note   Traduzione dal francese di Ferdinando Collina.


Tradotto in molte lingue, da ormai un secolo questo romanzo ottiene il consenso dei giovani lettori, tanto che nel suo genere può essere considerato un «classico». Indipendentemente dall'epoca storica in cui la vicenda, varia e appassionate, si svolge, e dalle singole avventure in cui spesso il suo protagonista, Remì, viene coinvolto nel suo peregrinare in Francia, in Svizzera, in Inghilterra, moltissimi ragazzi ritrovano in lui alcuni dei propri stati d'animo sia dell'infanzia sia dell'adolescenza. La partecipazione emotiva nasce dai sentimenti di umanità, di solidarietà, di giustizia che nei ragazzi sono molto vivi nonostante il tentativo, a volte, di nasconderli dietro modi bruschi o scontrosi. Attraverso Remì, che ne è privo e che con ansia e mai esausta speranza cerca di ricostruire la propria famiglia, i lettori si rendono via via conto dell'importanza del nucleo familiare, degli affetti autentici che danno un sapore e un senso alla vita, nonostante talune incomprensioni derivanti dal divario fra generazioni. Ancora bambino Remì scopre d'un colpo che la realtà del mondo è ben diversa da quella da lui conosciuta nella modesta casa dei coniugi Barberin: credeva che fossero i suoi genitori, invece non si sa chi siano suo padre e sua madre; non solo, stretto dal bisogno, il Barberin lo affida al vecchio Vitalis, un suonatore ambulante di origine italiana, il quale, con tre cani e una scimmia, va di paese in villaggio in città a guadagnarsi da vivere. Vitalis si rivela un ottimo maestro, fine di spirito e delicato di modi; seguendolo, amandolo come un padre, Remì conosce a Parigi un ragazzo ancora più infelice di lui, Mattia, un immigrato italiano, che diventa un caro amico. E conosce la ricca e bella signora Milligan, inglese; e Lisetta, una sordomuta; e, a Londra, i loschi coniugi Driscoll. Tanti incontri, di luoghi e di personaggi che danno alla vicenda un ritmo incalzante e invogliano alla riflessione sull'alternanza inevitabile, nella vita di ciascuno, di momenti di tristezza e di serenità, e sull'impegno a non arrendersi mai: come Remì il quale, alla fine, abbraccia la sua vera mamma e non dimentica coloro che hanno avuto per lui un gesto di affetto.
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