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| *Candido ovvero L'ottimismo : tradotto dal tedesco dal dottor Ralph / Voltaire
| pubblicazione | Milano : Gruppo Editoriale Fabbri, Bompiani, Sonzogno, Etas, 1987 | descrizione | 111 p. ; 19 cm. | serie | Tascabili Bompiani. Narrativa | note | Traduzione di Giovanni Fattorini. - Edizione speciale per i lettori dell'"Espresso". |
Grande dominatore del proprio tempo, protagonista di tenaci battaglie intellettuali contro l'immobilismo aristocratico e clericale, Voltaire passò con la sua audacia verbale e con il suo cinismo come un'ondata dissacratrice, profondendo incalcolabili energie vitali e creative con una verve polemica e ironica che non gli venne mai meno. Misuratosi in opere storiche, teatrali, saggistiche fondamentali nella cultura europea quali il Dictionnaire philosophique ("Chaos d'idées claires") e l'Essai sur les moeurs et l'esprit des nations con Candide, pubblicato simultaneamente a Parigi, Londra e Amsterdam nel 1759, Voltaire creava un nuovo genere letterario, quel conte philosophique che particolarmente si adattava alla mobile vivacità del suo impegno. Nelle paradossali avventure dell'innocente Candido, innamorato di madamigella Cunegonda e iniziato alla filosofia di Leibniz dal filosofo Pangloss, Voltaire applicava la consueta scintillante ironia contro l'ottimismo razionalista leibniziano e la teoria del migliore dei mondi possibili.
In questo racconto filosofico che suscitò clamori e scandalo e fu considerato ora "un libro scellerato che fa della coscienza umana uno scherzo" (Barbey d'Aurevilly) ora un'opera "spaventosamente grande" (Flaubert), il lettore contemporaneo è soprattutto attratto dal sottile gioco dell'intelligenza, oltre che da quell'invito, non certo privo di amara consapevolezza eppure trasparente di ottimismo, ad accettare, comunque, il nostro unico mondo possibile. "Noi", dirà Candido a Pangloss nel memorabile finale del racconto, "dobbiamo coltivare il nostro giardino". |
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