"È il maggior romanzo di Fogazzaro e quello in cui le sue virtù di narratore meglio si proporzionano. La vicenda è viva e varia: ma tutto si accentua sugli effetti che nell'animo dei protagonisti Franco e Luisa prooduce la morte improvvisa della loro figlioletta Maria, che per carezza è chiamata Ombretta Pipi. La madre si ribella a quel destino: Franco che più di sua moglie è credente s'inchina a un disegno di Dio. Ciò che più rapisce in questo libro, nato in un'ora felice, è la pietà affettuosa e malinconica con la quale Fogazzaro ha guardato e seguito quella piccola creatura: e la delicata trama degli affetti che intorno a quel piccolo capo si svolge: e la tragedia e il senso del divino avvertito come ombra o come luce dai protagonisti grandi di quella vicenda: e la presenza del paese, quel lago, quel cielo, quei poggi: e la varietà delle persone che si muovono accanto agli aristocratici protagonisti; e perfino qualche momento di garbato umorismo." (Francesco Flora)