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| *Aristotele detective / Margaret Doody; postfazione di Beppe Benvenuto ; con una nota di Emanuele Rochetti
| edizione | 47. ed | pubblicazione | Palermo : Sellerio, 2017 | descrizione | 449 p. ; 17 cm. | serie | La memoria ; 442 | note | Traduzione di Rosalia Coci. |
Senza Aristotele niente Sherlock Holmes. È questa, verosimilmente, l'idea alla base di questo giallo investigativo. Il metodo del tipo di detective alla Sherlock Holmes - di enumerare indizi, trarne ipotesi, dedurne nuovi particolari, sino alla spiegazione del delitto e la scoperta conseguente del colpevole - non sarebbe stato possibile se non applicando il metodo dimostrativo della logica aristotelica al crimine.
Stefanos, un simpatico giovanotto dell'Atene del IV secolo, dunque, guidato dallo Stagirita che non si muove di casa come Nero Wolfe, indaga sull'assassinio di un ricco oligarca, di cui è accusato ingiustamente il cugino, esule per un precedente errore. Al primo omicidio, ne segue un secondo, e tra colpi di scena, travestimenti, testimonianze reperite avventurosamente, Aristotele alla fine scioglie l'enigma e consente al giovane di smascherare il vero assassino.
Ma Aristotele detective è qualcosa di più dello stratagemma curioso per un giallo giudiziario e dimostrativo di taglio classico e denso intreccio. È una specie di esperimento.
La scrittrice, Margaret Doody, studiosa di letteratura comparata in una università americana, e convinta di una certa ipotesi sulla nascita del genere romanzesco, vi ha voluto provare l'adattabilità del mondo della Grecia antica (ricostruito con fedeltà filologica e storica) alle emozioni, alle psicologie, alle peripezie del romanzo moderno. |
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