Questa grande epopea contadina, necessaria, potente conclusione del ciclo cosacco del «Placido Don», racconta, con allucinante obiettività, un episodio sanguinoso ed esemplare della dura lotta che la Russia sovietica condusse per la collettivizzazione della terra e che costituì la fase più ardua, lunga e cruenta della Rivoluzione. Opera generosa e aspra di un'antica grandiosità, è tutta animata dai suoi innumerevoli vigorosi personaggi, tipicamente russi, dai suoi semplici, tenaci eroi, pionieri di un nuovo ideale che affrontano inermi la caparbia diffidenza dei riottosi contadini cosacchi. Per questo romanzo, che è uno dei capolavori della Russia del '900, Sciolochov ottenne, nel 1960, il Premio Lenin.