Carlo è un ragazzino quando incontra per la prima volta Giovanni Segantini, il pittore che avrà un ruolo fondamentale nella sua formazione. Nella baita in montagna di suo padre c’è un quadro di questo che raffigura una madre e un figlio in una posa piena di tenerezza. Su di lui, che soffre per i continui litigi tra i suoi genitori, quell’idillio ha un effetto benefico e poi c’è la Mona, sua nonna, che non vede l’ora di raccontare al nipote la storia del suo amato marito che s’intreccia a quella del pittore di cui è stato amico. Il cercatore di luce di Carmine Abate, pubblicato da Mondadori, intreccia più fili narrativi: c’è la storia di Carlo, dei suoi studi liceali, dei suoi furori giovanili; c’è quella dell’altro Carlo, il nonno ingegnere che si sposa in Calabria per poi trasferirsi in Svizzera, e c’è soprattutto la storia di Giovanni Segantini, che si riscatta da un'infanzia infelice e senza affetti incontrando Bice Bugatti con cui ha una splendida intesa e quattro figli, ma poi muore di peritonite a soli quarantun anni, quando era diventato un pittore famoso. Abate segue il percorso di Segantini dalle prime opere ai capolavori della maturità, mette in luce il suo rapporto con la natura, e lo fa attraverso gli occhi di un giovane ammiratore, riducendo la distanza tra chi legge e il soggetto del romanzo.