Il *giudice e il suo boia / Friedrich Dürrenmatt ; traduzione di Donata Berra
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pubblicazione | Milano : Adelphi, 2015 |
descrizione | 121 p. ; 20 cm. |
serie | Gli Adelphi ; 586 |
«Friedrich Du¨rrenmatt è, in primo luogo, un narratore metafisico. Vive, ben stabile e fermo, in Svizzera, ma di lì, col suo implacabile telescopio, esplora l’universo ; e spesso intuisce così a fondo gli elementi a noi nascosti, che riesce a sfondare il muro di ipotesi e di supposizioni che ci circonda, e si spinge in prossimità delle grandi leggi del mondo ... Nel Giudice e il suo boia, il male ha una vasta incarnazione: Gastmann, “la bestia selvaggia”, che il commissario Ba¨rlach, ancora giovanissimo, aveva incontrato a Costantinopoli, senza riuscire per quarant’anni a fornire le prove dei delitti via via più audaci e sacrileghi che il Nemico commetteva. Come dice Ba¨rlach, Gastmann è un nichilista: se opera il bene, lo fa per un capriccio, per un estro improvviso: e per lo stesso estro – mai in nome di un principio – opera il male ... Il vero eroe del romanzo è il personaggio che incarna il principio del bene: il commissario Ba¨rlach, la più straordinaria figura di poliziotto del romanzo moderno». - Pietro Citati
Esiste il delitto perfetto? Gastmann, "demonio in forma umana", ne è convinto, e per dimostrarlo al commissario Bärlach - e vincere la temeraria scommessa fatta in una bettola sul Bosforo - getta uno sconosciuto dal ponte di Galata. Ormai i due sono incatenati l'uno all'altro. Per oltre quarant'anni il commissario seguirà imperterrito le orme di Gastmann, nel vano tentativo di fornire le prove dei delitti via via più audaci, efferati e sacrileghi che costui ha commesso per capriccio. Finché un giorno l'assassinio dell'ispettore Schmied della polizia di Berna - la città dove Bärlach è nato, e che lui chiama il suo "aureo sepolcro" - lo metterà nuovamente di fronte al suo nemico, e al sinistro viluppo di trame politiche e finanziarie di cui questi tira le fila. A Bärlach non resta molto da vivere: giusto il tempo di regolare i conti una volta per tutte. Ormai ha emesso il suo verdetto - ed è una condanna a morte. Quando Georges Simenon, che di noir se ne intendeva, lesse questo romanzo cupo, implacabile e lacerante, disse semplicemente: "Non so che età abbia l'autore. Se è alla sua prima prova, credo che farà strada".
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