*Dedalus : ritratto dell'artista da giovane / James Joyce ; traduzione di Bruno Oddera
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pubblicazione | Roma : L'Espresso, c2002 |
descrizione | 255 p. ; 21 cm. |
serie | La Biblioteca di Repubblica. Novecento ; 47 |
note | Supplemento al quotidiano "La Repubblica" |
Tutti gli umori, le voglie, le idiosincrasie di un giovane genio della letteratura si raccolgono in questo romanzo largamente autobiografico, e ribollono nel magma di una scrittura violenta e raffinatissima, che ora si involge in larghe spire meditative su se stessa, ora fila via sulle battute sempre brillantissime di un dialogo che non sdegna il "basso" e il triviale, quasi a dare maggior evidenza alle improvvise punte "alte" di cui è costellato.
Uscito nel 1916, Dedalus è il risultato di un lungo lavoro creativo iniziato dodici anni prima e incentrato sulle "gesta" di Stephen Dedalus, alter ego dell'autore che tornerà come personaggio dell'Ulisse: dall'educazione infantile presso i gesuiti alle tentazioni della santità, dalle inquietudini adolescenziali sempre crescenti alle sbronze e alle scommesse con gli amici, dall'iniziazione sessuale in un bordello di Dublino ai distratti flirts universitari, si delinea un Ritratto dell'artista da giovane (tale il titolo originale: Dedalus è invenzione tutta italiana, di Cesare Pavese che ne fu il primo traduttore) che culmina nell'acquisita consapevolezza di doversi sentire, per poter scrivere, innanzitutto libero (dalle istituzioni religiose come da quelle politiche, dal conformismo sociale come da quello familiare); e di dover comunque fuggire dai ristretti orizzonti dublinesi, per immergersi in un altrove finalmente ricco di minacce e di lusinghe.
Meastosa e sofferta testimonianza di una ricerca intellettuale tanto ampia quanto profonda, il romanzo rinnova ad ogni pagina il miracolo di una smagliante qualità estetica, che ne fa a tutti gli effetti una delle opere inaugurali della grande letteratura del Novecento.