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*Cristo si è fermato a Eboli / Carlo Levi

pubblicazione   Roma : L'Espresso, c2003
descrizione   253 p. ; 22 cm.
serie   La Biblioteca di Repubblica. Novecento ; 92


Gli abitanti di Gagliano sono divisi in due classi; i "cafoni" (i contadini poveri) e i "galantuomini" (i proprietari terrieri e i borghesi)."Noi non siamo Cristiani", dicono i cafoni; "non siamo uomini, non siamo considerati come uomini, ma bestie, bestie da soma, e ancora meno che le bestie, perché noi dobbiamo invece subire il mondo dei Cristiani, che sono di là dall'orizzonte, e sopportarne il peso e il confronto". Cristo "si è davvero fermato a Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania. Cristo non è mai arrivato qui, né vi e arrivato il tempo, ne l'anima individuale, né le speranze, ne il legame tra le cause e gli effetti, la ragione e la Storia. Le stagioni scorrono sulla fatica contadina, oggi come tremila anni prima di Cristo". A Gagliano, L. dipinge e assiste i malati, mentre i "galantuomini" gli tessono intorno intrighi meschini. ll nucleo tematico del libro e nella cronaca della vita del paese, nei ritratti - quello di Giulia, la strega, o di don Traiella, il vecchio arciprete perseguitato dal podestà fascista - e nell'evocazione del passaggio immutabile delle stagioni. Ed è proprio nella vita quotidiana che i "cafoni", malgrado miseria e malaria, si rivelano i depositari di un'antichissima civiltà contadina e conservano vivo "il senso umano di un comune destino, e di una comune accettazione", ma l'accettazione della loro condizione si accompagna a un forte senso del diritto e della "legittimità"; "Un uomo è 'legittimo' se agisce bene; un vino è 'legittimo' se non è 'fatturato'". Per Levi la piccola borghesia, più ancora dei grandi proprietari, è responsabile della miseria contadina."Senza una rivoluziorie contadina" scrive "non avremo mai una vera rivoluzione italiana, e viceversa". E conclude: "ll problema meridionale si risolve soltanto con l'opera di tutta l'ltalia, e il suo radicale rinnovamento. Bisogna che noi ci rendiamo capaci di pensare e di creare un nuovo Stato, che non può più essere né quello fascista, né quello liberale, né quello comunista, forme tutte diverse e sostanzialmente identiche della stessa religione statale. Per i contadini, la cellula dello Stato, quella sola per cui essi potranno partecipare alla molteplice vita collettiva, non può essere che il comune rurale autonomo... Questo è quello che ho appreso in un anno di vita sotterranea".
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